LA LOCANDINA

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SEI IL VISITATORE N.

L'ASSEMBLEA DEI SOCI 2018

Il programma è iniziato con l’apertura dei lavori dell’Assemblea annuale dei Soci presentato dal redattore della Rivista il Consulente Familiare,  Maurizio Qualiano, che ha illustrato la tempistica delle due giornate di Trevi, la cadenza delle relazioni all'Assemblea annuale dei Soci, la votazione sui bilanci sociali, l'apertura del seggio elettorale per le elezioni degli organi statutari, e l'appuntamento serale col regista Falaschi, con cui vedremo il suo ultimo premiato film sulla neurodiversità.
Ha anche  spiegato l'uso del gadget donato a tutti i partecipanti alla Giornata,  una matita ecologica contenente dei semi che, una volta utilizzata del tutto per la scrittura, può essere piantata in un vasetto per far nascere i fiori della consulenza familiare!
La parola viene poi data alla Presidente Rita Roberto, che presenta  i componenti del Comitato Scientifico dell’AICCeF, che hanno rivolto un saluto ai presenti. 
La prima a prendere la parola è stata Anne Berger, avvocato familiarista di Boston (USA) e Presidente della Commissione Internazionale per le relazioni della coppia e della famiglia (ICCFR), che ha rivolto un caloroso saluto ai presenti, dichiarando di essere felice di averci raggiunto in Italia per questa conferenza e per l’opportunità di partecipare al Comitato scientifico dell’AICCeF. Di essere grata ai Consulenti Familiari per il lavoro che fanno, perché loro, avvocati del diritto di famiglia, incontrano le famiglie quando sono già sfasciate mentre il lavoro più importante, quello di insegnare alle coppie ad essere genitori sempre, tocca a voi. Ha ricordato con piacere la comune esperienza della 63° Conferenza Internazionale dell’ICCFR, svoltasi a Trento nel 2016. Un grande successo.


Francesco Belletti, Direttore del CISF, ha ricordato i tempi in cui Cisf e consulenti familiari camminavano in parallelo negli anni 70, la Giovanna Bartholini è stata uno dei Direttore del CISF, ed è stato bello ritrovarsi ora, nel Comitato Scientifico a lavorare sul campo della famiglia. O meglio per la famiglia, perché lavorare per la famiglia vuol dire garantire il benessere delle persone e della collettività. Ha augurato a tutti i partecipanti un buon lavoro nelle due Giornate, un lavoro comune che si svilupperà negli interessanti laboratori organizzati per domenica.
Gabriella Puzzarini, ex presidente dell’AICCeF per tre mandati dopo quello della Bartholini, dichiara di sentirsi onorata di far parte del Comitato Scientifico dell’Associazione. Un’associazione che dal 1977 ne ha fatta di strada, sia come organizzazione professionale a tutela di una categoria sempre più in crescita sia come istituzione di importanza nazionale e internazionale.

Prima di iniziare la sua relazione all’assemblea, la Presidente Roberto ha adempiuto all’importante compito di far eleggere i componenti della Commissione elettorale che si occuperà di allestire il seggio elettorale, gestire le votazioni e svolgere il complesso scrutinio dei voti, 

I VIDEO PROIETTATI PER INTRODURRE L'ARGOMENTO DELLA DIVERSITA'
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LA RELAZIONE DELLA PRESIDENTE ALL'ASSEMBLEA

La diversità di carattere, di gusti, di attitudini, di ingegno, di competenze, di professioni, di cultura  ecc … sono l’espressione evidente della nostra uguaglianza. Sono il segno che l’uguaglianza vive nella diversità.  
Vivo la diversità, come una fonte di ricchezza, come una base per riscoprire la vera bellezza di ognuno di noi, la nostra unicità.      Come ben evidenzia questo VIDEO DI COPPIA...

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Dobbiamo trovare non solo dei valori condivisi, ma trovare la convivenza anche di valori diversi: valori che ci permettano di convivere nonostante la diversità,  di vivere insieme nonostante e grazie alle nostre diversità.
Credo che la nostra Associazione abbia il potenziale giusto per unire queste cose, un’Associazione che guarda al futuro, in continua evoluzione, senza tralasciare il passato, la sua storia e  il vissuto dei suoi membri. Un’Associazione che attraverso le proprie attività, vuole farsi testimone di un messaggio importante: migliorare noi stessi come professionisti e  andare oltre le differenze superficiali in cui ci rinchiudiamo, impegnarci ad abbattere quegli stereotipi ancora presenti  sulla figura del consulente della coppia e della famiglia  ma anche tra professionisti dell’ambito delle relazioni d’aiuto.
Possiamo essere promotori di  laboratori di “Pratica Collaborativa” tra professioni che ruotano intorno alla coppia e alla famiglia, così come avviene in Francia dove, da molti anni, dove ci sono centri per la famiglia in cui convivono pacificamente e in buona collaborazione Consulenti della coppia e dalla famiglia , Terapeuti di coppia e della famiglia e Mediatori familiari. Siamo tutti stanchi di stare sulla difensiva uno contro l’altro. Che testimonianza diamo alle persone, coppie e famiglie che si rivolgono a professionisti della relazione d'aiuto, se non riusciamo a metterci d'accordo, a convivere pacificamente nel reciproco rispetto e valorizzando la diversità e la ricchezza dei vari tipi d’intervento?  Penso che questo disaccordo, o svalutazione delle altre professioni o professionisti, non sia deontologicamente corretto e mette confusione nei cittadini che si trovano sperduti di fronte a messaggi tanto contraddittori e confusivi, che li rendono ancor più vulnerabili nel momento del bisogno, e nella ricerca del professionista "giusto" che li aiuti.

Come Consulenti della coppia e della famiglia dobbiamo dare un contributo adottando un nuovo paradigma che proponga e valorizzi una cultura professionale diversa: inclusiva e non esclusiva, ma anche la visione che le persone ( utenti/clienti) che chiedono aiuto vanno viste come adulte e capaci di scegliere il tipo di aiuto di cui hanno bisogno in un preciso momento della propria vita. Credo che per arrivare a  portare/educate le persone ad una scelta consapevole in tal senso è necessario sensibilizzare/informare con chiarezza i cittadini sulla varietà e specificità delle proposte professionali oggi esistenti in Italia a loro disposizione. 

Con questo obiettivo partiamo da noi rinnovando la consapevolezza di chi siamo, cosa facciamo e come lo facciamo. Racchiudo in una slide il nostro albero che vi consente un “viaggio dalle radici alla chioma”.

Con la nascita dell’Associazione hanno piantato un seme importante per non far sparire la nostra professione e grazie al loro coraggio oggi possiamo contemplare l’albero che è diventato l’AICCeF. Lungo il tronco potete vedere le Scuole di formazione riconosciute, base portante della nostra formazione, la Rivista il Consulente Familiare che è il cuore dell’AICCeF dove sono racchiusi anni di storia, metodologia, ricerche e studi  inerenti la nostra attività. Nella chioma, grazie alla legge  n 4 del 2013, sono sbocciati “ufficialmente” i tanti fiori: più di mille Soci (usciti da una vacatio legis) operanti sul territorio nazionale, un qualificato Comitato Scientifico e tante relazioni e collaborazioni  nazionali ed internazionali con Enti ed Associazioni che ci consentono di volare verso nuovi obiettivi


Uso la metafora del fiore, dove ogni petalo è dedicata ad un’area d’intervento, per parlare solo dell’ultimo triennio 2015-2018
Scorrendo i petali uno per uno sintetizzo i punti salienti lasciando alle relazioni dei consiglieri tutti i dettagli: abbiamo incrementato il numero di soci assicurati e viste le innumerevoli responsabilità previste dalla legge n 4 del 2013 per il Presidente, il Consiglio Direttivo e la Segreteria, abbiamo da poco stipulato una assicurazione per la copertura dei rischi relativi alla funzione contabile e di gestione del patrimonio.
Siamo riusciti a far comprendere l’importanza dell’Attestazione di qualità, così come ci raccomanda il Colap e in questo triennio sono aumentate le richieste e i rispettivi rilasci. Sono state effettuate molte  consulenze legali per i soci in difficoltà e abbiamo curato l’iter di iscrizione di alcuni soci negli Albi dei CTU presso i Tribunali civili. Parimenti abbiamo sostenuto i soci che hanno voluto intraprendere la libera professione.
 Infine abbiamo iniziato l’iter di riconoscimento del marchio “Il Consulente Familiare” e del Logo AICCeF, assistiti da un qualificato studio legale.

Concludo con uno sguardo alle “sfide” future o meglio a traguardi che vogliamo raggiungere e che il prossimo Consiglio e Presidente porteranno avanti: l’avvio di un gruppo di Studio composto da una rappresentanza del Consiglio Direttivo, Comitato Scientifico e i Direttori delle Scuole riconosciute per rivisitare il Codice di Autoregolamentazione e i programmi del triennio formativo.Incrementare le domande di inserimento della nostra figura professionale nei Repertori delle Qualifiche professionali delle altre Regioni. Introduzione, al primo gennaio del 2019, del nuovo Regolamento sul Patrocinio e uso del logo approvato nell’ ultima riunione di consiglio.

Con emozione passo oggi il testimone ringraziando tutti Voi per la fiducia che mi ha sostenuto in questi 9 anni di presidenza.  Sono grata per questa grande opportunità che mi ha consentito di crescere sul piano umano e professionale!.
Piantate i semi della consulenza familiare ovunque voi andiate!

LE RELAZIONI DEI CONSIGLIERI E DEI REVISORI

L'assemblea dei Soci prosegue con le relazioni prescritte dallo Statuto ma inframmezzata dalla proiezioni di video che richiamano continuamente al tema della Diversità, al modo di percepirlo, al modo di viverla e al modo di rappresentarla.
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LA DIFFERENZA E' SOLO COLORE    




    L'UNICEF CONTRO I PREGIUDIZI SUI BAMBINI

 In occasione di questa assemblea annuale la Presidente ha voluto che, oltre alle usuali relazioni, stabilite dallo statuto, potessero raccontare la propria esperienza di questi tre anni di consiliatura, anche i Consiglieri che hanno ricevuto una delega operativa e si sono adoperati a portare avanti un importante impegno in un campo di interesse dell’Associazione e dei Soci.

La Presidente domanda a Raffaello Rossi, Vice presidente e delegato alla formazione, di raccontare la sua esperienza in tale incarico, e dopo la sua l’esposizione Raffaello domanda a Barbara Lombardi quale è stato il suo compito nel triennio di consiliatura che si sta concludendo, la quale racconta la sua interessante ed inaspettata esperienza con l'esame delle domande per rilasciare l'Attestazione di qualità.
Alfredo Feretti, delegato ai rapporti con gli enti nazionali, e in particolare con CNEL e CoLAP,  racconta che pur non avendo avuto la possibilità di partecipare a tutti gli eventi organizzati da questi Enti, non ha mai fatto mancare la presenza di un delegato per rappresentare l'AICCeF in ogni importante evento o contesto.
Renata D'Abrosio delegata alla concessione del patrocinio e al riconoscimento dei Crediti Formativi Professionali, ringrazia tutto il Consiglio direttivo per la fiducia accordatale e racconta che dopo il primo smarrimento, con l'aiuto dei colleghi esperti ha potuto portare aventi il suo impegno  con precisione e soddisfazione, come un'esperienza fantastica.
Patrizia Margiotta ha spiegato come ha vissuto il suo incarico di delegata ai referenti regionali e fa la sintesi dei punti di forza e di debolezza che i referenti regionali hanno riscontrato e vissuto nel loro lavoro di informazione, raccordo e coordinamento delle attività svolte con i soci.
Stefania Sinigaglia  ha sentito il suo ruolo di referente nazionale dei tirocini affine a quello di un timoniere, ritrovandomi a traghettare i tirocinanti dal vecchio al nuovo, difatti spesso è stato necessario affrontare situazioni particolari di tirocinanti che avendo precedentemente iniziato l’iter di tirocinio, sono venuti a trovarsi nel mezzo tra le due normative ed è stata un'esperienza molto costruttiva.
Claudia Monti racconta come si è sentita a ricoprire il ruolo di Segretaria dell’Associazione, sottolineando che nostra sede nazionale a Faenza si percepisce sempre un clima di attività operosa, per le tante cose che si fanno per supportare i bisogni e le necessità dei Soci e ringrazia Michela, la nostra segretaria, sempre disponibile e attenta, e le due volontarie storiche, Oneris e Gabriella, ormai anche loro capisaldi della nostra segreteria.
Maurizio Qualiano risponde che l’impegno più grande è quello legato alla Redazione della rivista Il Consulente Familiare, pubblicazione storica dell’Associazione, che rappresenta l’organo di informazione principale per i Soci e per il mondo esterno, e richiede molte cure e molto tempo dedicato, come anche gestire il sito Aiccef.it e tenerlo costantemente aggiornato; l'attività di consulente legale invece è un passatempo!
Dopo le relazioni dei Consiglieri sono saliti sul palco i Revisori dei conti, Mariagrazia Latini e Ivana De Leonardis (assente Gabriella Tognon per impegni improrogabili), per illustrare il loro lavoro di verifica sulla gestione contabile e di controllo su quella patrimoniale dell’Associazione. per quanto riguarda il Bilancio consuntivo del 2017 i Revisori hanno rilevato molta cura e attenzione nella gestione del patrimonio sociale da parte degli organi di amministrazione. Hanno riconosciuto con soddisfazione che la  maggioranza dei Soci versano le quote sociali con  grande puntualità, mentre si abbassa la percentuale di Soci ritardatari o morosi. Nei confronti dei quali, tuttavia, va esercitata una continua ed efficace attività di sollecito e di recupero delle quote non pagate.    Le spese per le attività sociali sono in aumento rispetto agli anni precedenti,  ma in linea con le direttive del Consiglio di utilizzare le risorse finanziarie dell’Associazione a favore dei soci, sotto forma di servizi, di formazione, assicurazione, acquisto e pubblicazione di libri di interesse professionale. Le voci di spesa più significative sono rappresentate dalla pubblicazione della Rivista, dalla gestione della sede nazionale e dalle spese indispensabili per il personale.
Dopo la conclusione della relazione dei Revisori sono stati sottoposti al parere dell'Assemblea i bilanci 2017 e 2018 e  l'Assemblea li ha approvato all'unanimità!


LE ELEZIONI E GLI ELETTI

Si sono svolte nel pomeriggio del 27  ottobre le elezioni per il rinnovo dei componenti degli organi collegiali dell'AICCeF, per il triennio 2018/2021.
La Commissione elettorale, proposta dalla Presidente ed eletta dall'Assemblea era formata da Rossella Ragazzini, Maurizio Terzoni e Giovanni Savorani. Che ha svolto la sua attività con grande precisione e competenza, nel rispetto scrupoloso del Regolamento.
Le operazioni di voto si sono svolte con regolarità e nei tempi previsti.
Il seggio elettorale è rimasto aperto dalle 17 alle 21, così da dare a tutti i partecipanti all’Assemblea la possibilità di esprimere il proprio voto. Le operazioni di voto si sono svolte con tranquillità e regolarità, anche se alle volte la fila davanti al seggio era abbastanza lunga,.
Ma la pazienza dei Consulenti Familiari è rinomata!
Anche gli assenti hanno espresso il proprio voto, quei soci, cioè, che non potendo essere presenti hanno affidato ad un collega l’incarico di votare. Vi sono state 79 deleghe valide, utili alla votazione. In realtà le deleghe sono state di più ma la Commissione elettorale non ha potuto accettare quelle in fotocopia e senza una firma autentica.





Dal verbale delle operazioni di voto risulta che hanno votato 178 soci effettivi, di cui con delega 79, per un totale di 257 schede votate.
Lo scrutinio è iniziato subito dopo la chiusura del seggio e l’apertura dell’urna ed è continuato sino alla mezzanotte e un quarto.

Ecco i risultati.
Sono risultati   eletti al Consiglio Direttivo:
FERETTI Alfredo
MARGIOTTA Patrizia
MONTI Claudia
HAWKER Sarah
QUALIANO Maurizio
ROBERTO Rita
ROSSI Raffaello
SICCARDI  Arianna
SINIGAGLIA Stefania

Al collegio dei revisori dei Conti:
CORNACCHIA    Flavio
LATINI Maria     Grazia
MARTINENGHI  Sergio

Al collegio dei Probiviri
D’AMBROSIO Renata
LOMBARDI     Barbara
SANDRUCCI    Federico

GLI OSPITI: SUSY, ALFREDO E LA PEDANA SENSORIALE

Susy ed Alfredo sono genitori di tre figli uno dei quali non udente…. Questa “differenza “ ha messo in movimento un intenso percorso di resilienza  personale, di coppia e familiare . Di fronte alla ricerca di aiutare il figlio a vivere la diversità senza sentirsi escluso, emarginato o al massimo integrato hanno pensato ad un percorso inclusivo ….
Sono stati loro a viva voce sabato pomeriggio a raccontarci della loro associazione A.BI.Lis  ( Associazione Bilinguismo e Lis) che promuove la diffusione della lingua dei segni nelle scuole e dell’invenzione di Alfredo della pedana sensoriale.  Strumento ideato per aiutare il figlio non udente ad abbattere la sua “differenza” e  mettersi in contatto con il mondo esterno, con l’armonia della musica, ma anche i suoni della natura, del mare, fino agli effetti speciali dei film.

Invenzione che in pochi anni ha già avuto moltissimi apprezzamenti in tutta Italia ed è diventata nota al grande pubblico grazie alla partecipazione al programma “Tù sì que vales”, dove è stata utilizzata da alcuni ragazzi non udenti per ballare una coreografia emozionante.

Susy: Il mio intervento parte con le parole di una Mamma che parla della “Diversità” di suo figlio e della crescita personale che ne deriva.
Ho cercato di riassumerne l’evoluzione mettendo a fuoco sensazioni ed emozioni riferite ad ogni particolare momento.
Durante l’attesa del mio primo figlio ero felice, ma ero anche in protezione estrema della mia gravidanza, in quanto dopo 2 aborti spontanei precedenti volevo a tutti i costi portarla a termine, per poter prendere finalmente tra le mie braccia il “MIO Bambino”. Quindi sono stata a riposo, sono stata in ascolto di ogni piccolo messaggio che il mio corpo mi mandava affinché tutto filasse liscio e andasse per il meglio.
Durante quei lunghi nove mesi nasce in te l’idea del tuo bambino, del tuo parto, del tuo allattamento …. e di come pensi  che tutto questo potrà essere …
Bene, di tutto quello che mi ero immaginata non si è avverato niente …. ma un parto cesareo d’urgenza, un allattamento al seno non andato a buon fine, nonostante una grande quantità di latte, ed un bambino “Diverso” .
Elia è sordo ma questo si è scoperto solo ai suoi 15 mesi.  Alla nascita i dottori ci hanno parlato di altre sue “Diversità” …. che ci hanno fatto crollare il mondo addosso…. ed è iniziato così il nostro cammino…
DISPERAZIONE E SOLITUDINE queste le prime sensazioni provate, oltre una grande confusione. Al primo figlio non te lo aspetti… ti disperi, ti senti impotente. La domanda che ti fai “perchè proprio a me? “.

Dopo la delusione per il bambino ideale, il senso di colpa, la rabbia e la vergogna, oggi parlando di lui riesco a dire semplicemente, e senza giustificazioni, è sordo!
Ti senti solo non ti senti aiutato né dai medici né da altri, non sai con chi parlarne, non ti senti capita, non ci sono strutture od organizzazioni che ti chiariscano cosa devi fare, ti muovi come ti dicono i medici ma come un automa … senza consapevolezza..
SENSO DI COLPA, così subentra questa sensazione ed allora ti dai la colpa ed inizia il tormentone ma se avessi fatto, ma se i medici mi avessero detto … iniziando così la ricerca della colpa: colpa mia, colpa dei medici, colpa al DNA di qualsiasi persona che faccia parte dell’albero genealogico delle due famiglie; ma la risposta non arriva e quindi arriva un’altra sensazione.
LA RABBIA. Una grande rabbia contro tutto e contro tutti, è come se tu fossi vestito di un vestito di due taglie più stretto, ti soffoca, ti annebbia ti fa chiudere con tutto e con tutti anche con i nonni con le loro ansie e tutto per preservare quella che è la tua nuova famiglia nonostante tutto. In quel momento qualsiasi tipo di rapporto è a rischio e quindi l’unica lucidità che rimane va conservata affinché la tua famiglia possa essere protetta dalla forza distruttiva che è in te. Sei capace di tutto e ti fai del male e fai del male fino al punto che arrivi a fare un paragone: tra l’immagine di te (che ti eri fatta in gravidanza) che pavoneggiante spingi la bella carrozzina, orgogliosa del tuo bambino, e quella reale, dove sei, si a spingere una carrozzina, ma affrettando il passo, cercando così di evitare gli sguardi di chi cerca di guardarci dentro, perché avverti una sensazione di vergogna dentro di te ….. fino a che poi riesci a sputare quel rospo e riesci a dirti che TE NE VERGOGNI!!!

E lì tocchi il fondo, più giù non puoi scendere per fortuna …. E’ uno schiaffo in pieno volto che ti sei data da sola …. Che però ti fa riprendere, ti risvegli e ti rendi conto del male che stai facendo al tuo bambino che non stai apprezzando e non stai amando per come dovresti… per COME E’. 
Alfredo racconta la sua esperienza con un figlio sordo e la sua voglia di permettergli di sentire la voce della mamma , dei suoi fratelli, la sua e capisse che tutte sono diverse. Volevo che percepisse il suono di quando urla o quando bisbiglia, il suono del pianoforte  e quello della chitarra, il verso del cane e quello della mucca, ogni suono diverso sonoramente e vibrazionalmente.
Dopo circa tre anni di tentativi sono riuscito a costruire la prima pedana sensoriale dove il suono si forma sulla superficie superiore. Quando sei sdraiato sulla pedana, vibri insieme alla pedana, la vibrazione ti attraversa arrivando hai centri motori ed emozionali molto velocemente,  e lascia una sensazione di benessere.
Elia poteva così guardare la televisione immerso nel cartone animato, percependo lo sbattere di una porta, lo sparo di una pistola o il crescendo musicale che preannuncia un momento importante di un film.
Ma adesso ve la racconto con un video.
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Anche se nasce come strumento per non udenti, il suo uso in realtà è molto più esteso. Collegata a un amplificatore da casa e a un tablet, ad esempio, può sfruttare una moltitudine di applicazioni differenti e risulta estremamente utile in tutto ciò che ha a che fare con la psicomotricità. Ma non solo. E’ efficace anche in un lavoro psicofisico, nel rilassamento, nella meditazione.
La particolarità è che la pedana può essere usata sia da non udenti o da persone con particolari difficoltà sia da coloro che vengono definiti “normodotati” e questo anche contemporaneamente, con uno sforzo e un avvicinamento all’esperienza sensoriale differente. Anche per i bambini diventa un gioco e non solo ciò che riguarda il bambino “con problemi”, ma anzi nasce quasi una gara per poter stare con lui e “giocare” insieme”.
per ulteriori informazioni vai su    www.contattodedo.it
50 MAMME CANTANO CON I LORO FIGLI DOWN CONTRO I PREGIUDIZI

IL PASSAGGIO DI TESTIMONE


I nuovi eletti a far parte degli organi statutari dell'AICCeF sono stati proclamati dalla Presidente uscente alla ripresa dei lavori della Giornata di studio la domenica mattina.
eco immortalato il nuovo Consiglio Direttivo, composto da nove Consiglieri, di cui due new entry.


Il nuovo Consiglio Direttivo si è riunito per la prima volta  alle ore 14 del 28 ottobre, con il compito specifico di eleggere il Presidente e legale rappresentante dell'Associazione ed ha eletto Presidente la collega   Stefania Sinigaglia!
L'annuncio all'Assemblea dell'elezione del nuovo presidente è stato dato subito dopo dalla Presidente uscente ed ha provocato un grande piacere ed entusiasmo.


FRANCESCO FALASCHI

Francesco Falaschi è stato l’ospite d’onore delle Giornate di Trevi: ha presentato il suo ultimo film la sera di sabato, in una serata speciale di proiezione riservata ai partecipanti e ha tenuto la relazione di domenica, introduttiva ai lavori sulla Diversità.
56 anni, regista e sceneggiatore cinematografico grossetano, laureato in storia del cinema a Firenze e docente scuola superiore, ha collaborato con diverse riviste specializzate tra cui 'Segnocinema'.
Premio David di Donatello 1999 per lo struggente corto “Quasi fratelli”, sceneggiatore e fondatore della Scuola di cinema di Grosseto con cui ha realizzato numerosi cortometraggi e web serie  come “aiutanti di mestiere” sulla figura dell’assistente sociale.
Dopo il successo di “Emma sono io” (2003), “Last minute Marocco” (2007) e “Questo mondo è per te” (2011), Falaschi è tornato nelle sale cinematografiche ad aprile di quest’anno, con “Quanto basta”, un film armonioso e delicato sulla sindrome di Asperger e sulla normalità, spesso solo apparente, che allontana da sé la diversità. Salvo poi incontrala, la diversità, scontrarcisi, conoscerla, apprezzarla fino a farne un motivo di cambiamento. È quanto accade ad Arturo, lo chef protagonista della storia (alle prese con i lavori socialmente utili, a seguito di una condanna per aggressione), quando incontra Guido, nel centro per ragazzi autistici in cui sconta la sua pena lavorando come cuoco.
Il regista grossetano con il film “Quanto Basta”( tra i 21 i film italiani che concorre alla selezione del candidato italiano all’Oscar per il miglior film in lingua straniera) affronta con delicatezza il tema del reinserimento sociale, della diversità, dell’assenza di legami affettivi, specialmente delle malattie mentali.

                                                                                                                                                             






 In questa sua opera invece, mette in risalto un tema molto delicato del quale ancora oggi se ne parla poco o niente a livello mediatico, l’autismo e in particolare la sindrome di Asperger. Argomento di stringente attualità con innesco a cascata di profonde riflessioni sia sulle immagini, incaricate ormai di trascendere il visivo per diventare portatrici di “odori e sapori”, sia sulla tematica della diversità  per far  vedere al pubblico le difficoltà che un ragazzo affetto da questa sindrome riscontra nella società odierna, il tutto delineato e letto in chiave positiva, direi resiliente. Come sempre il regista ha saputo raccontare la storia con una semplicità che lo contraddistingue ed è riuscito a far riflettere sull’importanza dei valori, dell’accoglienza fatta di piccoli gesti e sul fatto che apprezzare la diversità della vita è importante per chiunque.


Dopo la proiezione del film ‘Quanto basta’, un lungo applauso degli spettatori ha ringraziato il regista per la sua bravura e per la maestria con cui ha trattato un argomento così delicato.